QUEL PALLONE CHE CAMBIO’ LA MIA VITA

Ho iniziato a cinque anni, mi ha portato mio padre sul primo campo da calcio.

“Torna a casa. Ci rivediamo tra un anno. Il bambino è troppo piccolo.”

Era vero, ero troppo piccolo per giocare, non potevo, non avevo l’età ma come la vita mi insegnerà diverse decine di anni dopo, quando voglio qualcosa, quella cosa si fa. Punto.

Mio padre in questo forse è un po' come me, perché quel giorno l’allenatore mi prese, ed iniziai.

Iniziai dal punto più basso nelle condizioni peggiori possibili, ve lo immaginate un bambino che gioca con quelli più grandi? Che non conosce nessuno? E che per di più, viene visto come non adatto e fuori luogo?

Iniziai a conoscere le prime difficoltà della vita.

A cinque anni avevo già capito che c’era una sola cosa da fare, esprimere il mio talento e dimostrare che quella possibilità non l’avevo avuta per l’insistenza di mio padre, l’avevo avuta perché la meritavo. Perché ero più bravo degli altri.

Così è stato. Ero bravo, eccome se ero bravo. Per sopravvivere in quel mondo devi avere talento, e mi fidavo di lui: negli anni quando scendevo in campo, il talento mi salvava.

Allora perché sono un Manager e non un calciatore?

Perché ho perso un treno, perché il campo mi ha dimostrato che il talento da solo non basta… Se ti manca la determinazione, l’atteggiamento mentale per gestire quel dono… Sei bravo sì,  ma non straordinario per arrivare al successo!

 

Da ragazzino non gestivo la pressione, avevo paura… per colpa della paura ho perso il calcio… MA MI E’ SERVITO!

 

Ho guardato in faccia la paura e le ho detto: brava, nel calcio hai vinto tu, nella vita vinco io.

Da allora ho mantenuto questa promessa, da allora il mio sguardo non cede, la mia testa resta alta e le mie idee restano ancorate alla mia visione. Perché di errori ne ho fatti, di traguardi ne ho raggiunti, sulla mia strada sono passate centinaia di persone ma nessuno è mai riuscito a farmi cambiare visione.

Nessuno è più riuscito a farmi paura.

E quando non hai paura, la tua visione diventa roccia, una roccia su cui tutti possono appoggiarsi quando hanno bisogno di aiuto, una roccia fatta di ideali rivoluzionari e di persone che li condividono.

Ed è proprio su questa roccia che è nata la mia azienda e le altre che sono seguite.

Tutto ciò non sarebbe mai stato possibile se quel giorno non avessi incontrato un pallone...